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Archive for aprile 2008

grief

grief can be a temptation

and relief

you plunge into it

immerse yourself

dive to its depths

look at the world

as through a glass

darkly

you meet the others there

who plunged before

you talk to them

and feel

the water slowly rising in your body

and recognize that they

drowned years ago

and you have not

yet

Walter Hoelbling

W.H. poeta del gruppo: http://www.password.or.at/

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una conferenza in second life

Che farebbe oggi Fernando Pessoa con tutti i suoi eteronomi?

Avrebbe creato per ognuno di loro, Alberto Caeiro, Riccardo Reis, Alvaro de Campos, Bernardo Soares e tutti gli altri, un avatar, raddoppiando la loro personalità?

L’inquietudine sarebbe aumentata o si sarebbe distesa nel gioco delle parti, nell’assenza del tempo?

Scriveva il 19.6.1934

“Quando viviamo costantemente nell’astrattezza – sia essa astrattezza del pensiero o quella della sensazione immaginata – finisce che, addirittura contro il nostro stesso sentimento e la nostra volontà, le cose della vita reale che in accordo con noi stessi più dovremmo sentire, diventino per noi dei fantasmi.” Bernardo Soares

Anche noi ci chiediamo più umilmente, date le nostre dimensioni, quale futuro ci attende? Quali fantasmi ci tormenteranno per non voler affrontare una realtà che non ci piace? Vivere in un felice limbo ci appaga?

Marisa e Sarima si pronuncieranno dopo una lunga pausa di riflessione.

Per il momento giochiamo.

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in questo momento sto suonando canzoni napoletane del passato, bellissime!

Per molti anni ho cercato di capire dove le mie passioni mi avrebbero portata. Amavo la musica, sognavo il pattinaggio artistico, ho preso lezioni di canto, di danza, di pianoforte, dipingevo piccoli paesaggi con i colori ad olio, scrivevo poesie. Giravo attorno al campo artistico a 360° ma non riuscivo a fermarmi e scegliere definitivamente la mia strada. Poi, verso i trent’anni finalmente la scelta: tradurre in immagine ciò che penso , che leggo e sento, usando tecniche diverse e a volte inventate lì per lì. Una bella sfida!

Sarima Giha in soli tre mesi ha accumulato esperienze velocemente, viaggiando oltre il tempo e lo spazio, non è che si sarà magari approfittata anche della mia di esperienza? La trovo un po’ egoista e la invidio. Si può invidiare il proprio avatar?

Quando studiavo pianoforte, nel passaggio dalla teoria alla pratica, mi sono accorta che non sarei mai riuscita a suonare, mi mancava quel tipo di coordinamento che è la dote principale del musicista, orecchio, manualità e predisposizione.

Sarima questo lo sa: sa che nel mio profondo rimpiango di non potermi esprimere con la musica ed è per questo che in ogni land dove ci sia un pianoforte, un’arpa, una batteria, un organo lei deve mettersi a suonare, e magia…una musica bellissima, perfetta, esce dagli altoparlanti accanto a Marisa che muove i tasti del suo computer e la guarda estasiata.

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metamorfosi

Se incontrate questa tigre in second life avvicinatevi con cautela ma senza timore. Il suo aspetto potrebbe sembrare aggressivo ma dentro le batte un cuore umano.

Le unghie ben visibili, il muso teso in avanti, la coda orizzontale, tutto fa pensare che stia per saltarmi addosso, se non avessi visto con i miei occhi la sua nascita pochi minuti prima.

Sì perché ho appena assistito ad una inquietante metamorfosi.

Un piccolo avatar donna si è trasformato in una bellissima tigre. Tutto avviene alla luce del sole

Un esercizio di bravura? Ha forse risposto alla domanda della sua amica “che animale vorresti essere”? Vuole mantenere le distanze? Vuole farci paura?

Una cosa si può subito constatare: aver scelto le sembianze della tigre mette noi in condizione di inferiorità, potrebbe aggredirci e non avremmo scampo salvo trasformarci a nostra volta, in volatili.

Ma tra il decidere che uccello diventare e il realizzarlo noi saremmo già belle che azzannate.

Qui, sotto il sole di midday, tutto sembra chiaro e decifrabile: l’avatar può riprendere sembianze umane, può decidere di restare tigre e di andarsene in giro volando, può trasformarsi in qualche altro animale o scomparire nell’etere  con un exit.

Se dovesse, per caso, tentare di sbranarci, mal gliene coglierebbe. Per prima cosa siamo indistruttibili poi potremmo ricorrere a help , cliccare su report abuse e la tigre è belle che fritta.

“Mah…sei sicura che nella tigre batta un cuore umano? Non mi consta che l’avatar abbia un cuore nel suo inventario.”

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bollicine edilizie

Un mio vicino di prato è sparito. Al suo posto un cartello FOR SALE e queste bolle di sapone.

Che si preannunci anche in SL l’esplosione della bolla edilizia? Da quando sono arrivata i cartelli di terreni in vendita mi sembrano aumentati e a quanto mi dicono alcuni hanno comprato esclusivamente per rivendere a chi ne ha necessità, a prezzi, ebbene sì, un po’ più alti. Che tristezza!

In questo mondo di avatar si nasconde un nemico: l’uomo. In questo mondo di avatar si esprime l’essere più creativo: l’uomo.

Io con le bolle ho giocato, le ho rincorse sul prato, le toccavo e non esplodevano mai. Resistevano nell’aria con i loro arcobaleni fino a scomparire poi nel nulla.

Venivano soffiate fuori da un piccolo tubicino infilato nel terreno ed erano di diverse dimensioni e tutte perfette.

Piccola come sono posso entrare in una di queste bolle e sollevarmi verso l’alto protetta da un velo di sapone profumato e colorato. Se esplode, niente paura volo.

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Nella mia infanzia ho avuto un grosso privilegio che senz’altro avrà influenzato il mio modo di pensare: ho potuto giocare tutti i giorni in un grande cortile con una banda di ragazzini di tutte le età. Allora non avevamo tanti giocattoli ad eccezione della palla e della corda per saltare. Gli altri giochi, dalla campana, a bandiera, ai diversi girotondi con canti tipo “la bella lavanderina” o “Sant’Antoni del purscel” attorno ad un falò la sera della festa del patrono, scaturivano da tradizioni paesane e noi ci divertivamo spensieratamente. In più ci scatenavamo con la fantasia, giocando ai corsari, creando scivoli con l’acqua che facevamo ghiacciare nelle notti più fredde dell’inverno.

Sarima Giha in Second Life ha ritrovato quella atmosfera giocosa.

Attorno alle altalene, ai giochi sulla neve, ai salti sulle nuvole, ai tuffi negli arcobaleni è vero non c’è nessun ragazzino, nessun adulto che mi fa compagnia, solo i ricordi lontani nel tempo. Anche questo rinfranca. Tuttavia, nello stesso tempo, ricordo una filastrocca che si cantava nel giardino del collegio Paola di Rosa a Desio “La solitudine si deve fuggir, si deve fuggir, sol tra i compagni si deve gioir….”

Siamo tutti un’unica contraddizione.

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fonte di benessere

passeggio sott’acqua

Durante tutta la mia vita, sia per questioni di salute, sia per motivi di educazione ambientale, sono stata sempre frenata dal fare alcune cose che comportavano un minimo di rischio. Attenta a non bagnarti, copriti, non toccare gli animali sono sporchi, non uscire c’è vento, c’è pioggia, non entrare non sai dove ti porta, attenta a non cadere. Soffrivo di iper protezione.

Sarima Giha invece è coraggiosa.

Per prima cosa cammino a piedi scalzi, indosso un abito che mi piace e non porto la maglia di lana.

Entro nell’acqua così come sono vestita, senza preoccuparmi se è troppo fredda o troppo calda, se ci sono pericoli e sono sola, cavalco delfini, gioco con i pesci e cammino lungo anfratti bui e scoscesi, qualche volta mi perdo o mi incastro tra le sabbie, allora scelgo una land e con teleport mi libero in quattro e quattro otto da tutte le difficoltà. E’ una piccola rivalsa da tutti i tabù subiti da bambina che mi accompagnano purtroppo ancora oggi.

viaggiare con un delfino nel mare di Sardinia

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orizzonte sperduto

Dall’orizzonte si capisce di essere su un altro pianeta.

Ho forse scoperto “Flatlandia” il mondo bidimensionale di Edwin Abbot Abbot e dov’è Spacelandia, il mondo a tre dimensioni, è forse tutto un’illusione ottica?

Per il momento vedo tutto squadrato e tagliato a fette. Qui in Second Life se entri tra le fronde di un albero ti accorgi che sono fogli di fronde abilmente incrociati, che da lontano ti danno l’immagine della rotondità di un albero reale.

L’acqua nelle sue varianti di colore sono fette assemblate in modo quasi magico per darti l’impressione di essere acque in movimento, solo se entri nel mare e nei fiumi l’acqua è una massa colorata e non percepisci se sei dentro a dei cubi o se sei nell’affettato.

Il tutto fa parte di una gradevole grafica di cui però non ho ancora compreso le regole.

Quasi, quasi mi viene voglia di non approfondirlo e di rimanere in questa sospensione fatale: ho bisogno di sognare e di dimenticare la parte più razionale del mio pensare.

fogli di fronde

fette d’acqua

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Through a Window, Sitting

Insights condense
in the skies I test.

Figures tumble

from mist.

Yet, it is not a

bottomless blue,

Which draws

my wonder.

Rather, the broad

palates of gray,

The vagaries of

the willful wind

Seduto, guardo oltre la finestra

Intuizioni si condensano
nei cieli che scandaglio
Figure rotolano
dalla foschia
Eppure, non è
l’infinito blu
Che trae
Il mio stupore.
Piuttosto, gli ampi
Palati del grigio,
I capricci del
vento ostinato. mlg

Daniel Thomas Moran

D.T.M. poeta del gruppo password: http://www.password.or.at

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