Avevo avuto occasione di visitare poco dopo la mia nascita in SL due mostre che mi avevano molto attratto: una “new landscapes” mi ricordava molto la fotografia di Ansel Adams per i paesaggi in bianco e nero studiati nelle diverse sfumature del grigio e l’altra “replica”, fotografie di avatar, cloni grigi inquietanti o perlomeno enigmatici, mi appariva come una ricerca molto insolita data l’estrosità coloratissima degli avatar che andavo scoprendo.
landscape
clones
La mostra di Marco Manray su Arena mi ha permesso di capire un po’ di più della sua poetica. Ho avuto la conferma di aver centrato il suo desiderio di diventare un Ansel Adams in Second Life, visitando il suo blog :
http://www.marcomanray.com/artworks.html
ma in questa occasione ho scoperto la sua anima di viaggiatore di mondi alternativi e di novello Marco Polo.
Sono entrata in Arena il giorno prima dell’inaugurazione, ecco cosa mi è apparso:
Marco Manray in Cina: gli appunti visivi del suo viaggio nel mondo cinese virtuale parallelo a Second Life.
Sono tornata la sera dell’ inaugurazione per sapere qualcosa di più.
Queste le parole della presentazione fatta da Mario Savini
“La mostra di Marco Manray, uno dei net-reporter più conosciuti di Second Life, sembra riprendere quel concetto di “rimediazione” – caratteristica dei nuovi media digitali – proposto da Bolter e Grusin. Sicuramente è l’espressione più chiara che descrive le visioni del “viandante” contemporaneo, colui che non conosce limiti di spazio e che transita da una geografia all’altra, registrando la precaria esistenza dei confini. Ad emergere è l’idea del viaggio, lo stato mentale dell’artista che vede nell’esplorazione l’apertura all’incontro. Ecco dunque l’importanza dell’esposizione in SL di immagini scattate in altri mondi sintetici, in questo caso di un mondo virtuale cinese. Una descrizione che si completa con l’”ipermediazione” di un taccuino Moleskine”
Una piccola parentesi per chi come me non ricorda il taccuino moleskine, leggo e riporto da wikipedia
I moleskine sono dei taccuini prodotti originariamente in Francia nel secolo scorso e divenuti famosi per essere stati usati da diversi scrittori e artisti per appunti, schizzi e annotazioni (ad esempio Ernest Hemingway, Bruce Chatwin, Vincent van Gogh e Pablo Picasso). L’ultimo produttore, una piccola azienda di Tours chiuse nel 1986 e i taccuini divennero introvabili.
Nel 1998 un piccolo editore italiano, Modo&Modo, li ha rimessi in circolazione riproducendo le caratteristiche che già in passato ne avevano fatto un oggetto di culto: copertina nera, angoli arrotondati, fettuccia elastica di chiusura e taschina interna a soffietto.
interno taccuino moleskine
Li avevo sempre acquistati senza saperne la storia. Non si finisce mai di imparare!
l’inconfondibile Marco Manray, il ragazzo dai capelli blu
La leggerezza e l’ eleganza dell’allestimento viene accentuata da un soffio di vento che toglie la rigidità all’ immagine fotografica e la rende ancora più viva. Per questo viaggio Manray si è creato un nuovo avatar ragazzo cinese tra i cento fiori.
dall’alto scende planando un avatar orientaleggiante
Qui stiamo ascoltando le parole di Manray che ci racconta l’esperienza fatta nel mondo virtuale cinese, i diversi incontri con gli avatar fatti di intensi mutismi e di gentilezze reciproche. A volte basta un inchino per capirsi.
Mi accorgo che i miei occhi non riescono a staccarsi dai due gemelli verdi per me sconosciuti. Guardie del corpo? fans? amici di un altro mondo virtuale o semplici alieni venuti ad invitare Manray nel loro mondo reale? Forse si sono già messi d’accordo per trasportare il fotografo “viandante” sulla loro astronave? pensate che vedremo presto il nuovo reportage da un Manray dalla pelle verde? Quest’idea mi affascina. Alla prossima caro Marco!!! Aspetto un tuo invito.
Read Full Post »