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Posts Tagged ‘poesia’

 

‘A SPERANZA
Dint’a ll’oscurità sto ‘inciampecanno
’ntramente ‘mpietto tremma forte ’o core.
Tutt’ ‘e pericule vaco scanzanno
pecché ’a speranza tengo ca nun more.

Io nun m‘arrenno, voglio continuà,
e me ripiglio a tutt’ ‘e ricadute.
Si pure stongo ’int’ ‘a ll’oscurità
ritrovo sempre ‘a via c’aggio perduta

Sultanto na cannella, na lucella
me serve pe’ nun stà sola e sperduta.
Si pure chesta lampa è puverella
me dà curaggio e nun stongo avvuluta.
Carmen Auletta

'a speranza 2 per blog

‘A speranza 70×70 2012

 

 

Questo post era stato preparato il giorno 10 luglio 2012 ma mai pubblicato. Ora mi rendo conto che da quel momento la mia avventura in Second Life si stava concludendo. Non Sarima ma Marisa aveva preso in mano la situazione per continuare le sue ricerche parlandone esclusivamente sul suo blog.   Un impegno molto coinvolgente l’attendeva: svelare il suo percorso artistico non tanto per far conoscere la qualità delle sue opere agli amanti dell’arte, giovani e meno giovani, ma per far ritrovare in alcuni di noi che stanno vivendo i fermenti della nostra epoca, tumultuosa, velocemente liquida, sprazzi di entusiasmo.

Pochi anni fa abbiamo potuto leggere da un inedito di Stevenson, scritto negli anni in cui era ancora studente, che “due libri in tasca è la ricetta segreta di ogni scrittore”, uno per la lettura e uno per le prove di scrittura, ( Repubblica extra, domenica 09 marzo 2008). Oggi leggiamo  un inedito di Isaac Asimov sempre su Repubblica 30/10/2014 dove lo scrittore si pone una semplice domanda” IN CHE modo una persona arriva ad avere una idea nuova?” Ed anche in questo articolo  si comprende che il viaggio della conoscenza non si fa mai da soli e che mattone su mattone ci costruiamo tutti insieme la nostra cultura. “E’ evidente che quello che serve non sono solamente persone con una buona preparazione in un certo campo ma anche persone  capaci di fare un collegamento fra l’oggetto 1 e l’oggetto 2, che normalmente non sembrano collegati”. Ecco Marisa vuole far conoscere a chi si occupa di creatività  un percorso visivo costruito man mano che avvenivano incontri , letture, visioni, , suoni, rumori della natura, per caso o voluti, tutti comunque nati da un pizzico di serendipità. Per questo, ora che ha terminato di scriverlo pensa di pubblicarlo come e-book tentando così di metterlo a disposizione di tutti. Nel frattempo continua la sua missione divulgativa nel suo blog. Non è un addio ma un arrivederci. http://mlgrimani.wordpress.com

This post had been prepared the day July 10, 2012 but never published . Now I realize that by the time my adventure in Second Life was ending . Not Sarima but Marisa had taken charge of the situation to continue her research by talking exclusively on her blog . A commitment very hard awaited her : unveil her artistic way , not so much to raise awareness of the quality of her works to art lovers , young and old , but to give someone who are experiencing the stirrings of an era like ours , tumultuous , fast liquid, moments of enthusiasm.
A few years ago we could read a script that Stevenson wrote as a student  ” two books in your pocket is the secret recipe of each writer , one for reading and one for writing texts , ( extra Republic , Sunday, March 9, 2008 ) . Today we read a writing by Isaac Asimov always on Republic daily newspaper on 10.30.2014 where he asked a simple question, ” How does a person get to have a new idea ? ” And in this article we understand that the journey of knowledge is never done alone and that brick by brick we build together our culture .
” It ‘ s clear that what is needed is not only people with a good preparation in a certain field but also people able to make a connection between the object 1 and object 2 , which normally does not appear to be connected ” . That’s why  Marisa wants to make known to anyone involved in a creative visual path how we can build it through meetings , readings, visions, music, sounds of nature, by chance or passion, but always with a bit of serendipity . For this, now that she has finished writing it, she plans to publish it as an e-book so trying to make it available to everyone. Meanwhile she continues her mission in her popular blog. (Google translation a little  bit revisited)

 

 

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Sempre la poesia

a juan carlos onetti

la poesia deve essere fatta da tutti e non da /
certe cose le può dire solamente un francese / /
che nessuno sa cosa fece nella /
nessuno sa se morì o non riuscì /

si ricordano tutti di quando suonava il piano fino alle ore piccole dell’anima/
disturbando i vicini che poi dovevano andare al lavoro /
e se ne andavano dalla pensione avendo dormito male /
pensando alla madre del pianoeta o poenista /

maledicendola ogni volta che inciampavano sui sassi
o nei freddi delle strade di parigi / il peggio
è che avevano un accordo in testa
e non se lo potevano levare /
fondevano il ferro / soffiavano il vento / e non

potevano togliersi di testa l’accordo dello zoppo /
lo zoppo gli aveva composto un accordo in testa
dove trascorrevano furie / aurore / presagi /
dove una volta a un ferroviere gli passò un uccellino /

l’uccellino volava al futuro /
con un foglietto nel becco che diceva futuro /
il fatto è che i vicini dello zoppo
avevano visi da pianoforte a metà pomeriggio /

gli cadevano musiche /
o tasti d’oro dove iniziava l’orizzonte /
una donna bellissima cantava nella testa
dei vicini dello zoppo / che in realtà non era francese /

ma invece uruguaiano /
solo a un uruguaiano può venire in mente che la poesia
deve essere fatta da tutti e non da uno /
che è come dire che la terra è di tutti e non di uno solo /

che il sole non è di uno /
che l’amore è di tutti e di nessuno /
come l’aria / e la morte è di tutti / e la vita
non ha padrone conosciuto /

tu non eri zoppo / lautréamont /
è che lasciasti l’uruguay /
e perdesti un pezzo di te che
suona il pianofrote e non lascia dormire /

juan gelman



“pianoeta e poenista” sarima giha aka maria luisa grimani

Opera presentata in occasione della mostra

La poesia è di tutti

“conoscere la poesia per costruire la pace”

a cura di

Paola Caramel

 Dario Gaito

Confraternita San Bernardino – Vercelli

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Terminata la parte storica di Maria Luisa Grimani finalmente presento tutta la mia attività di opere in digitale realizzate nell’arco di quasi tre anni.

Entrando, tutto lungo il corridoio, si snodano dieci monitor che raccolgono tutte le poesie realizzate per il gruppo password di Graz, spostatosi in seguito a Vienna. Le prime poesie sono state realizzate esclusivamente usando le parole dei poeti e lavorando con photoshop,  in seguito mescolando immagini di Second Life alle parole dei poeti

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Ecco un esempio di uso delle parole dei poeti per creare immagini

solo parole e colore per “arriba el mar”  di Santos Lopez

 

solo parole e colore per “el idioma de las hormigas” di W. Ratz

 

sullo sfondo fiori di un giardino in Second Life per la poesia

“felicità” di Gabriele Poetcher

 

e il particolare di una scultura in Second Life per la poesia

“umriss” di Ingrid Coss

 

 

prosegue

 

 

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Prosegue l’antologica nella Galleria Szczepanski con la visita alla piramide dedicata alla poesia


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Da un piano all’ altro si usa uno strano ascensore.  Questa è l’immagine in movimento che appare mentre vengo teletrasportata.

 

accecante e inquietante

 

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Ad ogni artista partecipante sono state chieste quattro pagine di presentazione dell’opera.

Presentazione del libro d’artista “Vita liquida dell’avatar Sarima Giha”

Premessa

Il tempo degli avatar è un succedersi di eventi e di apparenze. Un’apparenza discontinua, non tanto perché quando il computer è spento l’avatar non c’è (rimane nei suoi oggetti, nelle cose che ha fatto o stava facendo, come un morto temporaneo, come qualcuno che è partito per un luogo lontano), quanto perché la forma stessa degli avatar  e le loro costruzioni possono variare repentinamente. Da quando sono entrata in Second Life sono spariti e nati molti luoghi e sono scomparsi e apparsi molti avatar. Il mio inventario, l’elenco che mi serve per scegliere dove andare e con chi, se non lo aggiorno sembra l’elenco di un cimitero virtuale. Non è un fluido evolversi di una forma verso un’altra, ma un veloce succedersi di “versioni” sempre imprevedibili

Sarima ha scelto di non cambiare mai per ritrovarsi sempre anche nei momenti di sbandamento più difficili. Vita liquida la sua,  anche se la sua intenzione era quella di trovare uno spazio dove riflettere, fermarsi, e agire con ponderazione. A volte ci riesce, ma penso sia vissuta dagli altri avatar come un essere anacronistico. E’ come Alice nel paese delle meraviglie, dove tutto svanisce in fretta per lasciare subito posto ad altro e non c’è tempo per raccontarlo perché è già subito ricordo lontano.  Solo la memoria può recuperarlo. Ho raccontato la sua nascita in un primo libretto edito nel 2008.

Da mondo sognante e utopico Second Life sta attualmente diventando l’alterego del mondo reale, con tutti i suoi pregi e difetti. O forse un rifugio per attuare quello che nella vita reale viene ostacolato: università aperte a tutti, ricerche dove gli scienziati di tutto il mondo dialogano tra di loro in tempo reale, prove di costruzioni alternative eco compatibili, ricerche nel campo della moda, gruppi che si occupano del sociale, sperimentazione musicale e vocale, ma ci sono anche gli aspetti negativi che servono se non altro per rendere più visibili quelli positivi.

Sarima e il suo kaftano aderente è una moderna cantastorie del mondo virtuale degli avatar e ha la sua “città blog”, dove racconta con parole , immagini, suoni e voci le storie e le curiosità di Second Life.

particolare città blog di sarima giha

continua

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Tra i monti virtuali di Second Life sorge la Biblioteca Archimedica, uno spazio che raccoglie libri del passato, di attualità e avveniristici e li mette a disposizione degli avatar scrittori e lettori.

biblioteca archimedica

Ora è momentaneamente chiusa ma ogni tanto passo di lì perchè al suo interno sono ancora visibili le mie prime cartoline e il mio libro autobiografico.

Per la mostra di Vercelli dal titolo :

Scrivere è chiedermi come è fatto il mondo“La poesia tra parola e immagine”

curata da Dario Gaito e Paola Caramel

ho scelto una istantanea della libreria, scattata un attimo prima che l’architettura dell’edificio semi trasparente si consolidasse sullo schermo. Prima degli scaffali sono apparsi sullo sfondo della montagna un po’ alla volta i libri. Io ne ho aggiunto uno:  “Neve” di Maxence Fermine, che fa parte  della trilogia dei colori.

Poi mi sono soffermata su un dialogo tra il maestro Soseki e Yuko, il protagonista del racconto.

“Yuko tu sarai completo come poeta solo quando nella tua scrittura fonderai nozioni di pittura, di calligrafia, di musica e di danza. E, soprattutto, quando padroneggerai l’arte del funambolo”

“Perché mai dovrebbe giovarmi l’arte del funambolo?” Soseki poggiò una mano sulla spalla del giovane, come aveva fatto un mese prima.

“Perché? In verità, il poeta, il vero poeta possiede l’arte del funambolo.  Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un’opera, di una storia adagiata su carta di seta…….”

il funambolo

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In un mondo lontano, nel territorio dei Linden, sospesa nel vuoto, fluttua Cubolandia*.
E’ meta ambita per chi voglia dedicarsi alla meditazione.  Crocevia tra oriente e  occidente, cielo e terra, acqua e aria è frequentata da giovani artisti e poeti di Haiku.
Nulla è lasciato al caso tutto è programmato alla perfezione. Ogni visitatore è ricevuto dal maestro di Zen Cu-chin-fu*. Chi vuole può sottoporsi ad una prova per essere accettato come suo allievo. Come allievo, imparerà l’ arte della Concentrazione, trasmetterà la propria  esperienza del Satori nei versi Haiku e diverrà Natura nella Natura.

l’ inventore di Cubolandia  Rapo Man*

il maestro di Zen Cu-chin-fu

l’ accoglienza

il maestro Cu-chin-fu spiega la prova dell’enigma

Il banco di prova è quello di salire su un piccolo podio dove si verrà tele trasportati “in-men-che-non-si–dica” su un tatami, che accompagnerà il viaggiatore nel cuore di Cubolandia. Vagando da un cubo all’altro, ad ogni diverso livello, ad ogni svolta, i colori cambiano in sfumature intense, nebbie dai colori violetti, verdi e gialli dorati e il suono, si udirà un suono che entra nell’anima, consolatorio.

il cuore di Cubolandia

seduti su un tatami

accompagnati da avvolgenti musiche

Ma, c’è sempre un “ma” nei momenti felici, durante questo percorso si deve trovare la soluzione ad un enigma. Se si riesce per intuizione a dare la giusta  risposta si potrà diventare l’allievo prediletto di Cu-chin-fu. Se si sbaglia si è condannati a vagare per lunghi anni senza mai uscire dai confini di Cubolandia, e un giorno, forse, un avatar pietoso  aiuterà le anime che ancora vagano a risolvere l’indovinello e a liberarsi dall’incanto.

tutti in attesa

del responso

Sarima è passata attraverso questa prova e ha superato l’ ostacolo.

Questo l’enigma che il maestro le ha proposto:
“In che modo sapresti fermare il tempo in Second Life?”

Volete  provare anche voi a trovare la risposta?

ecco il verdetto

Sarima ha risolto l’enigma

addio!

Sarima si  allontana e dall’alto ancora per poco le appare Cubolandia, e il suono si fa flebile poi, tutto svanisce.

Ora è un bel sogno da raccontare.

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*struttura e personaggi esistenti in SL –  per la privacy tutti i nomi sono stati inventati -il resto è frutto della mia fantasia

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Crocerete per blog

Crocerete

È pieno di presagi
la profonda innocenza del silenzio:
le Alpi cadono dall’etere
e aprono a monti profetici
la potenza dell’Alto.
Sono qui passero tra aquile
trasvolato di là dal pozzo sepolto.

Cross-Net
The deep innocence of silence
is filled with omens:
the Alps are falling from aether
and open to prophetic mountains
the might of Highness.
I am here: a sparrow among eagles
flown beyond buried well.

Marco Albertazzi

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r c.per web

o scrutare le stelle
nel bagliore della neve

pallide
nel cielo invernale
che si proietta al di là
di ciò che è noto

ruth o’ callaghan

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vi invito a visitare il sito di password in vista della prossima mostra che si svolgerà a Borgo Valsugana nella Casa Strobele. Al più presto i dettagli sulla pagina delle mostre di Sarima e Marisa.


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I’ll tell you how the sun rose,–
A ribbon at a time.
The steeples swam in amethyst,
The news like squirrels ran.
The hills untied their bonnets,
The bobolinks begun.
Then I said softly to myself,
“That must have been the sun!”

the sun

But how he set, I know not.
There seemed a purple stile
Which little yellow boys and girls
Were climbing all the while
Till when they reached the other side,
A dominie in gray
Put gently up the evening bars,
And led the flock away.

Emily Dickinson


sunset

opere in digitale

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